"Io"
non è che un'accozzaglia
di "giochi di me"
e "ruoli di me"
e "cerimonie di me"
incastrati,
in bilico,
accatastati
su un magma rappreso
di caratteri genetici
incarnati
e riflessi psico-motori
innati.
Un costume d'Arlecchino
di pelle umana
- strappato -
che rigurgita
desiderio.
Ma questo è vero
solo se mi guardo,
mai se mi gioco.
L'occhio clinico
è patologico
se non compatisce.
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dilla