Un
giorno i miei nipotini
alzeranno
i loro ditini
e,
indicando una parete
del
salotto buono
piena
di libri inchiodati al muro,
mi
chiederanno:
"Cosa
sono quelli,
nonno?"
E
allora io,
pizzicandogli
benevolmente le guance,
risponderò:
"Eh,
quelli, figlioli miei,
quelli
sono ricordi
di
quando il vostro nonno
giocava
a fare l'intellettuale.
L'ho
fatto anche in ambito semi-professionistico.
Poi
ho finito l'università,
ho
ingravidato la nonna
e
ho smesso di correre dietro alle parole.
Adesso
sono in pensione
dopo
un'onorata carriera
da
falso invalido.
Ho
finto per anni di non avere i capezzoli."
La storia termina
con i miei nipotini
- che nel mentre
- che nel mentre
hanno
incomprensibilmente
assunto
le fattezze di Qui Quo Qua -
che
pensano tra loro:
"che
gran persona il nonno.
Uno
tutto d'un pezzo, il nonno.
Se
n'è perso lo stampo, del nonno.
Tutta
un'altra tempra"
e
altre amenità sul genere.
Poi
io mi commuovo
e
gli allungo cinque euri a testa:
"andate,
andate
a comprarvi i mandarini
per
la merenda".
E
loro vanno a comprarsi il fumo.
Ma
tanto la storia
a
sto punto
è
già finita.
è
finita
qualche
frase fa.
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dilla