martedì 6 novembre 2012

Atti osceni in luogo psichico

Ero lì che passeggiavo
dentro una fantasticheria
il libro spalancato
sul tavolo
come uno sbadiglio
gli occhi offuscati
inutili
gettati contro al muro
più lontano.
Ero lì che passeggiavo
divincolandomi
tra tentacoli teorici
e fauci metodologiche
quando incappai
in un qualche prato
e su quel prato
c'eri tu.
Ma non tu tu,
nemmeno lei,
o lei,
e voi neppure:
un tu generico,
un tu-donna-da-biblioteca
di quelle che vedi
una volta nella vita
passarti davanti al banco
andare al cesso
e poi più,
ma proprio più,
tanto che 
a un certo punto
ti chiedi anche
se non ci sia una botola
o un passaggio segreto
tipo Cluedo
nel cesso delle donne
che porta a una stanza
sottoterra
poco illuminata
piena di tutte le donne
che ti sono passate 
davanti al banco
e ti hanno distratto
nel corso degli anni,
chiuse
imprigionate là sotto
nella penombra umida
invecchiate
sfatte
muffite
i capelli arruffati
come spettri.
Fatto sta
che tu
sei bella abbastanza
da calpestare coi tacchi
la psicologia sociale
Milgram
e tutte le sue fottute cavie,
perciò 
nella fantasticheria
mi alzo,
ti seguo,
mi divincolo dai tentacoli 
e dalle fauci suddette,
e mi ritrovo in un qualche prato
e su quel prato
c'eri tu.
E io ti dico:
"Perchè non sei andata
nel cesso delle donne
come tutte le altre?"
"Perchè non mi piaceva l'idea
di finire in una cantina
semi-buia
umida
piena zeppa
di pazze arruffate
che non vedono la luce
da chissà quanto".
"Aha-ah!
Ma allora è vero:
nel bagno delle donne
c'è il passaggio segreto
e tutto il resto!"
"Si"
"Incredibile"
"E da voi
è vero che ci sono
le caccole spatasciate
sulle piastrelle?"
"Si"
"Incredibile"
"Senti, non vorrei sembrare scortese,
ma per essere una fantasia sessuale
sei molto poco nuda"
"Hai irrimediabilmente ragione,
ma è autunno
e c'è vento
e siamo in un prato:
ho freddo"
"Se vuoi immagino
che sia estate"
"No,
c'è un bel viola nel cielo.
Piuttosto immagina
che la nostra pelle
è caldissima,
in fiamme"
"Sia,
non è:
ci va il congiuntivo"
"Nelle fantasticherie
non serve"
"Credo che tu 
hai ragione".
Eravamo
su un qualche prato
nudi
sdraiati sul tappeto
croccante e discreto
di foglie secche,
le pelli bollenti
i sessi gaudenti,
quando sento
battermi la spalla.
"E voi chi siete?",
due individui scuri
vestiti di bianco
ci fissavano dall'alto
sotto buffi copricapi
da bobby inglese:
"Guardia di Costanza:
cosa sta facendo lei qui?".
Imbarazzo.
"coito
ergo sum"
"Non faccia il simpatico
e non parli in inglese...
Forza!
Venga con noi
dobbiamo farle il verbale:
questa volta si becca 
una bella denuncia"
"Scusate, quale sarebbe 
l'accusa?"
"Atti osceni
in luogo psichico"
"Vi manda Milgram vero?
Figlio di puttana!".
Non rispondono:
uno scrive il verbale
l'altro parla alla ricetrasmittente
con i centri dell'attenzione.
Mi strappano
alla mia lei generica
- Ci scambiamo
un ultimo sguardo
mentre uno di loro
la conduce a forza
nel bagno delle donne -,
mi fanno una doccia fredda
per spegnermi la pelle,
poi mi rischiaffano
ancora nudo
nella bocca
spalancata
del libro,
dietro le sbarre
delle righe
da cui ero evaso.


Nessun commento:

Posta un commento

dilla