giovedì 8 novembre 2012

La Grande Consolatrice - I parte


Introduzione

Questo è quasi un pezzo fantasy.

Sia chiaro:
a me il fantasy
NO.
Se aprendo un libro
scorgo con la coda dell'occhio
le parole: 
"ascia bipenne"
mi viene il singhiozzo 
al frenulo.
Ma questo
è quasi un pezzo fantasy,
perché è l'adattamento
meno brufoloso
di una roba che ho scritto 
mille anni fa,
nel pieno Evo oscuro
dell'adolescenza.
Perciò ve lo cuzzate
mezzo fantasy 
com'era pensato in origine.
Ah,
è estremamente lungo,
temo,
perciò è diviso in tre
come tutte le saghe fantasy.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

ParteI

C'era una volta
tanto tempo fa
su un altro pianeta
in un buco nero
immaginato da me
una terra rigogliosa
bagnata da due Grandi Fiumi:
l'Alfredo
e il Polacco.
Entrambi stillavano
da una Grande Montagna,
alta
alta
grigia
grigia
circondata da folte
nubi
nubi.
Lassù sedeva
- così diceva
il Libro del Profeta -
La Grande Consolatrice:
una dea
grossa
grossa
buona
buona
potente
potente
laureata in diritto 
pubblico
privato
che aveva donato
all'umanità
le Sue Leggi.
Ella
mai si scorgeva
tra le nubi
ma tutto vedeva
sulla terra
e inviava una volta l'anno
in tutti i villaggi
da tutte le famiglie
un suo funzionario
- Il Grande Guardiano -
affinché afferrasse
tutti gli stronzi
che non seguivan le Sue Leggi
e li portasse al suo cospetto,
che poi a punirli
ci pensava lei
(il come,
ci è per ora ignoto;
e qui la suspance cresce,
oh se cresce!).
Fatto sta che sto Guardiano
era un tipo assai strano,
bianco
bianco
allampanato
con 'na faccia da brividi,
sempre solo
sul suo stallone
bianco
bianco
con le tavole della legge
in una mano
e l'altra già pronta
ad afferrar per la collottola
gl'infami e i pataccari.
Si diceva
non dormisse
non bevesse
non mangiasse
non mingesse
non cacasse
non credesse
non respirasse
non sperasse
non pensasse
non facesse
all'amorasse.
Si diceva
avesse venduto
la sua libertà
la sua personalità
la sua volontà
la sua animà
in cambio della
vita eterna.
Si diceva
fosse infallibile
e buono
come il braccio
della Gande Consolatrice.

Il resto
se fate i bravi
ve lo racconto domani


Nessun commento:

Posta un commento

dilla