La rivoluzione comincerà alle ore 9 in
Piazza Arbarello.
Un flash mob collettivoglobaletotale e
infinito.
Tutti - e dico tutti -
completamente nudi in Piazza Arbarello.
I registi russi coi soldati
mammalucchi, le soubrettes con i centri sociali, gli alchimisti con
le vedove di guerra, i bassisti funky con i celerini, gli idrocefali
con i tubercolotici.
Ci saranno peni di gomma e vagine
concettuali, seni vuoti, seni pieni, coseni, ghiandole in esubero,
escrescenze carminie, piccole bocche, grandi labbra, testicoli
elmettati, capezzoli strabici, ani fischiettanti, bistecche di
silicone, froge vibratili, corpi cavernosi a riposo, frenuli tesi,
peli canuti, cani peluti, clitoridi oscillanti come pendoli d'amore
universale che battono l'ora della libertà.
La trasparenza è virtù
rivoluzionaria.
L'occhio non vuole la sua parte: vuole
tutto, e subito. Senza schermi e senza ma.
Il mondo diventerà un enorme palazzo
di cristallo e specchi dove tutti potranno vedere tutto di chiunque
in qualsiasi momento e da qualsiasi prospettiva.
Una ciclopica scatola di Petri dove
andare e moltiplicarsi.
Il corteo marcerà, compatto e sudato,
verso il centro di torino, riversando nelle strade come un flusso,
attraverso i corpi, tutta la libido dell'umanità.
In Piazza Castello, un leader carismatico intercambiabile darà
il via all'orgia cosmica con un climax megafonico che terminerà
nello slogan: “Noi alla crisi ce lo buttiamo”.
A seguire
ierogamie, sacrifici di vergini, tori e capricorni, moltiplicazione
dei peni e dei pesci, quaglie che si cimentano nel fosbury, trenini
sui binari del tram, coiti interrotti da altri coiti interrotti da
altri coiti interrotti da altri coiti... e altre gioviali pratiche
guascone. Tutte rigorosamente mimate, ritualizzate, interrotte - è
ovvio- , mai compiute o terminate: il desiderio è rivoluzionario, la
soddisfazione è borghese ed anti-democratica. La soddisfazione è
reazionaria!
La polizia - nello specifico rappresentata dalle camionette della polizia, gonfie di uomini nudi della polizia armati di manganello - si unirà pacificamente alla rivoluzione cominciando ad interessarsi a problematiche di genere, pratiche di piazza, decrescita felice, orti urbani e tessuti di canapa.
La polizia - nello specifico rappresentata dalle camionette della polizia, gonfie di uomini nudi della polizia armati di manganello - si unirà pacificamente alla rivoluzione cominciando ad interessarsi a problematiche di genere, pratiche di piazza, decrescita felice, orti urbani e tessuti di canapa.
Persino il sindaco - nudo anch'esso,
con la fascia da sindaco tatuata sul corpo rachitico di sindaco - si unirà alla protesta. Anche la sua giunta. Anche la regione. Anche
lo Stato. Persino la massoneria, i rettiliani e le multinazionali.
Lebbbanche. Qualcuno vedrà Yaweh, nudo, aggirarsi sulle acque della
rivoluzione. Persino la Scienza, nuda, coperta solo da qualche pagina
di Piergiorgio Odifreddi, si accoderà esitante al corteo. Solo i
marxisti-leninisti, in un angolo, vestiti stretti nella camicia e
nella cravatta, continueranno a volantinarsi tra loro volantini
inneggianti la rivoluzione, bisbigliandosi fugaci negli orecchi
numeri di telefono e arcane formule di abbordaggio.
Quando l'astro luminoso - pure lui ignudo, ma da miliardi di anni - raggiungerà lo zenith in un
tripudio di fulgore cosmico e neoplatonicheggiante, l'orda
rivoluzionaria arriverà in Piazza Vittorio e, dopo aver invocato i
grandi Dei Egizi con salmi e lustrazioni, comincerà il momento clou: la masturbazione eterna.
Tutti saranno seduti in cerchi concentrici -
una statua del Divino Ermafrodito nel mezzo - e ognun col suo
attrezzo si titillerà in eterno. O almeno così si dice.
Dopo trenta minuti di sfregamenti
cominceranno i primi rossori. Dopo un'ora: urla di dolore. Dopo due
ore: sanguinamenti. Dopo tre ore: mutilazioni genitali.
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dilla