La mia ragazza è scappata
con un bradipo
e io non ho fatto nulla
per fermarla:
non ho pianto,
non ho mosso un dito,
non ho detto "bah" -
anche perché
perché mai
avrei dovuto dirlo?
La mia ragazza è scappata
con un bradipo,
se n'è andata
due mesi fa
e non è ancora
dall'altra parte della strada.
Che mi sono chiesto:
"Ma com'è che in due mesi
di attraversamento pedonale
alla moviola - neanche sulle strisce -,
com'è che
non passa una fiesta
una multipla
un trattore
che li schiaccia a entrambi
sti due stronzi?"
Poi mi son risposto:
"Bah".
La mia ragazza è scappata
con un bradipo:
se ne sta lì,
a un tiro di schioppo,
con la mano negli artigli
dell'odioso piloso.
Ogni tanto limonano,
lentissimi.
A me viene il Cristo,
ma taccio:
scrivo solo
questa poesia
tristissima, futile;
una poesia di ripicca.
Quando l'avrò finita,
spero,
avranno svoltato l'angolo
e io potrò pensare ad altro,
abbandonare il marciapiede,
seguire un corso serale di yoga,
trovarmi una donna
che non abbia l'hobby
della zoofilia.
La mia ragazza è scappata
con un bradipo:
si allontanano verso il tramonto,
impercettibilmente,
come fosse il finale
di un film di Chaplin
al ralenty.
Lui finge di sbadigliare
e le mette un arto
intorno al collo.
Ci impiega quarantacinque minuti.
"Bah".
Una volta giunti
perfettamente
al centro della via,
si spogliano piano
sotto un cielo immobile
viola ubriaco,
e finalmente
fan l'amore,
l-e-n-t-i-s-s-i-m-a-m-e-n-t-e.
Grande.
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