mercoledì 9 ottobre 2013

Vernice

Oggi ho dipinto
un mobile di bianco.
Dipingere qualcosa,
una cosa di bianco,
è come grattarle via
il tempo;
mano dopo mano
svanisce la sostanza
sbiadisce la consistenza.
A toccarlo, 
a tamburellarlo
rimane legno,
ma non per gli occhi.
Gli occhi son fatti
per essere ingannati.
Sotto il pennello
svaniscono i nodi,
le increspature:
il mobile torna puro,
reale e lontano,
appena uscito dalla mente
del falegname che l'ha concepito.
Qualcosa di più simile
alle immagini affrescate
sulla volta interna 
del cranio.

Chiudi gli occhi,
guardalo.

Dentro un quadro di Dalì,
una balena a cassetti
albina
fende le onde
dell'Oceano Artificio.
E per ogni balena,
per ogni balena, si sa,
c'è un capitano.
Cosa cerchi, capitano?
Cos'hai dimenticato
nei cassetti del cetaceo?
Quale ricordo tiene il fiato,
affondato, dimenticato,
nell'acqua salmastra?
Un amuleto,
un corallo,
un'ostrica di cristallo -
bocca degli abissi
che serba ermetica
il suo madreperlaceo 
segreto.



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dilla