Personaggi:
UN FREUDIANO TROPPO
PUNTUALE (UFTP)
PAOLO CONTE
VALENTINO
QUEL GIORGIO MASTROTA
MUTO
IL TELEVISORE
IL GIRARDIANO INGENUO (IGI)
LO STRALUNATO POETA
SIMBOLISTA (LSPS)
Prima
ancora che il pubblico si sieda in sala, entra UN FREUDIANO TROPPO
PUNTUALE che si posiziona al centro del palco. Muto, guarda in giro,
interrogativo. Dopo un minuto, imbarazzato, torna dietro le quinte.
Scena:
Salotto in stile
Vittoriano. Alla sinistra del pubblico: pianoforte a coda su cui
PAOLO CONTE tossicchia lentamente note d'accompagnamento. Sul fondo:
sofà d'argento con cuscini verde-acqua. Davanti al sofà: un
tavolino d'ebano intagliato. Sopra al tavolino: un telecomando e due
tazzine di finissima porcellana cinese – entrambe sbeccate –
colme fino all'orlo di tè pecko. Sotto al tavolino: un tappeto
egiziano color porpora. Appena a lato: VALENTINO, nudo. Più avanti,
sulla destra: un'amabile cassettiera di ebano verniciato su cui
capeggia IL TELEVISORE, che dà le spalle al pubblico.
Sull'avanpalco: QUEL GIORGIO MASTROTA MUTO indica una scritta in
sovra-impressione che recita:
TUTTO A 10 EURO!
Entrano
due signori eleganti: vestono VALENTINO. Sono IL GIRARDIANO INGENUO
(IGI) e UN FREUDIANO TROPPO PUNTUALE (UFTP). Si siedono sul sofà e
cominciano – alternatamente – a sorseggiare il tè. Quando uno
beve, l'altro chiude gli occhi. Sulle palpebre hanno entrambi un velo
di ombretto porpora.
IGI
(accendendo il televisore, non appena finisce il tè):
L'uomo soffre di una carenza ontologica.
IL
TELEVISORE: Btz.
UFTP:
“Secondo
Schopenhauer il problema della morte è all'inizio di ogni
filosofia”, Sigmund
Freud, Totem
e tabù in
Opere
(vol.VII, 1912-1914),
Boringhieri,
Torino 1975,
pag.93.
IL
TELEVISORE: Sono invincibile.
IGI
(cambiando canale): E vede negli altri ciò che a lui manca.
Perciò comincia ad imitare un modello e traduce il desiderio
d'essere in desiderio d'essere l'altro.
IL
TELEVISORE: BBBBBBBBBBalotelliiiiiiiiiiiiii!
UFTP:
“il re o il capo-tribù suscita gelosia per le sue prerogative.
Ogni uomo, verosimilmente, desidera essere re. Quest'uomo suscita
invidia. Infatti, perché a lui dovrebbe essere concesso quello che
agli altri è proibito? Egli, dunque, risulta realmente contagioso,
in quanto induce col suo esempio alla tentazione” , Sigmund
Freud, Totem e tabù, Newton, Roma 1990, p.82
IL
TELEVISORE: libidine! Doppia libidine! Libidine col fiocco!
IGI
(cambiando canale): Il soggetto, dunque, nella sua brama
d'essere altro da sé, assume le credenze, gli abiti e i desideri di
colui che elegge “maestro”. Il desiderio originario –
metafisico – si declina quindi nei vari desideri contingenti,
veicolati dal modello, e si protende verso i singoli oggetti che
dovrebbero soddisfarli. Così si crea un triangolo tra
discepolo-modello-oggetto.
IL
TELEVISORE: Il triangolo no / non l'avevo considerato.
IGI
(cambiando canale): Il modello è il mediatore del desiderio
che si oggettiva in un prodotto.
IL
TELEVISORE: ...Rosebud...
IGI
(cambiando canale): Ma tale prodotto, anche laddove venisse
conquistato/acquistato, non potrà che lasciar deluso il soggetto
perché non è in grado di conferirgli quell'essenza di cui è privo.
Quando
l'oggetto raggiunto non appaga, si cerca un nuovo modello. Quando
l'oggetto è invece irraggiungibile, perché appannaggio del solo
modello o perché illusorio, può scatenare una crisi mimetica, che
si manifesta con l'aumento della tensione nel tessuto sociale.
UFTP:
“Un padre violento, geloso, che tiene per sé tutte le femmine e
scaccia i suoi figli man mano che crescono, [è alla base dell']
organizzazione più primitiva di cui siamo a conoscenza. […]
un giorno i fratelli scacciati si sono riuniti, hanno ucciso e
mangiato il padre, ponendo fine all'orda paterna. […] il
violento progenitore costituiva certamente il modello invidiato e
temuto di ciascuno dei membri di questa associazione fraterna. Essi
realizzavano con l'atto del pasto, la loro identificazione con lui,
ciascuno si appropriava di parte della sua forza. Il banchetto
totemico, che è forse la prima festa dell'umanità, sarebbe la
riproduzione e come la commemorazione di questa azione memorabile e
criminale che ha costituito il punto di partenza per tante cose:
organizzazioni sociali, limitazioni morali, religioni” ,
Sigmund Freud, Totem e tabù, Newton, Roma 1990, pp.175-176.
IL
TELEVISORE: … proprio come sostiene il portavoce del Pdl Capezzone.
IGI
(cambiando canale): La crisi mimetica ha come uniche
possibilità di sfogo la guerra – disgregazione dell'ordine sociale
– o il sacrificio – mantenimento dell'identità del soggetto
collettivo a scapito di un soggetto singolo che funge da capro
espiatorio.
UFTP:
“La trasformazione pulsionale, su cui poggia la nostra
attitudine all'incivilimento, può sotto l'azione del circostanze
soggiacere, transitoriamente o duraturamente, a un processo
involutivo” Sigmund Freud, Considerazioni sulla guerra e la
morte, Bollati Boringhieri, Torino 1971, pag. 47.
IL
TELEVISORE: L'orrore, L'orrore...
IGI:
Insomma, tutta la costruzione si regge in piedi grazie a una
condizione di menzogna verso sé stessi che è connaturata alla
coscienza e che si esplicita in una dialettica continua fra due
polarità: una lucida – svelatrice della menzogna – e una opaca –
che la difende.
UFTP:
“Dal momento in cui abbiamo superato l'errore di supporre che il
dimenticare cui siamo abituati significhi distruggere la traccia
mnemonica, sia cioè un annullamento, propendiamo per l'ipotesi
opposta, ossia che, una volta formatosi, nella vita psichica nulla
può perire, che tutto in qualche modo si conserva e che, in
circostanze opportune, attraverso ad esempio una regressione che si
spinga abbastanza lontano, può nuovamente venir portato alla luce”,
Sigmund Freud, Il disagio della
civiltà, Boringhieri, Torino 1971, p.204.
Barcollando,
in mutande, entra LO STRALUNATO POETA SIMBOLISTA (LSPS). Le sue
pupille abnormi rivelano palesemente la sua condizione alterata,
causata dall'assunzione di laudano. IGI spegne il televisore,
scandalizzato, e rivolgendosi al pubblico fa cenno di scusarlo. Ma
LSPS non gli da retta e, con tono profondo e profetico, comincia a
raccontare la storia del Mucchio Selvaggio.
LSPS:
Una savana desolata, sabbiosa, riarsa. Una folla incalcolabile di
esseri umani delle più svariate taglie, appartenenze, epoche. Di
primo acchito sembrano due squadre di rugby pronte per la mischia. Ma
non ci sono schieramenti: tutti puntano indistintamente verso il
centro e sono posizionati in cerchi concentrici. Bramano di superare
chi sta loro innanzi. Ognuno si dibatte incastrato fra decine di arti
e schiene, si arrampica su scale di ossa, sguscia attraverso un
oceano di corpi. Più si avanza nei cerchi, più la lotta si fa
ardua: morsi, calci, duelli. Quando infine qualcuno riesce a
raggiungere l'epicentro, viene ucciso e divorato.
UFTP:
E questa storia cosa sarebbe?
LSPS:
Elementare: la vita. Senza laudano, s'intende.
IL
TELEVISORE (accendendosi da solo per poi rispegnersi subito dopo):
DUM-CHA!
IGI:
Sipario!
Cala il sipario. Rumore di zoccoli, piatti rotti e gatti investiti.
QUEL GIORGIO MASTROTA MUTO, sdraiato su di un materasso anallergico,
indica la scritta in sovra-impressione: