mercoledì 27 novembre 2013

Breve dialogo tra Il Girardiano Ingenuo e Un Freudiano Troppo Puntale, con prezioso contributo finale de Lo Stralunato Poeta Simbolista.


Personaggi:

UN FREUDIANO TROPPO PUNTUALE (UFTP)
PAOLO CONTE
VALENTINO
QUEL GIORGIO MASTROTA MUTO
IL TELEVISORE
IL GIRARDIANO INGENUO (IGI)
LO STRALUNATO POETA SIMBOLISTA (LSPS)

Prima ancora che il pubblico si sieda in sala, entra UN FREUDIANO TROPPO PUNTUALE che si posiziona al centro del palco. Muto, guarda in giro, interrogativo. Dopo un minuto, imbarazzato, torna dietro le quinte.

Scena:

Salotto in stile Vittoriano. Alla sinistra del pubblico: pianoforte a coda su cui PAOLO CONTE tossicchia lentamente note d'accompagnamento. Sul fondo: sofà d'argento con cuscini verde-acqua. Davanti al sofà: un tavolino d'ebano intagliato. Sopra al tavolino: un telecomando e due tazzine di finissima porcellana cinese – entrambe sbeccate – colme fino all'orlo di tè pecko. Sotto al tavolino: un tappeto egiziano color porpora. Appena a lato: VALENTINO, nudo. Più avanti, sulla destra: un'amabile cassettiera di ebano verniciato su cui capeggia IL TELEVISORE, che dà le spalle al pubblico. Sull'avanpalco: QUEL GIORGIO MASTROTA MUTO indica una scritta in sovra-impressione che recita:

TUTTO A 10 EURO!

Entrano due signori eleganti: vestono VALENTINO. Sono IL GIRARDIANO INGENUO (IGI) e UN FREUDIANO TROPPO PUNTUALE (UFTP). Si siedono sul sofà e cominciano – alternatamente – a sorseggiare il tè. Quando uno beve, l'altro chiude gli occhi. Sulle palpebre hanno entrambi un velo di ombretto porpora.

IGI (accendendo il televisore, non appena finisce il tè): L'uomo soffre di una carenza ontologica.

IL TELEVISORE: Btz.

UFTP: Secondo Schopenhauer il problema della morte è all'inizio di ogni filosofia”, Sigmund Freud, Totem e tabù in Opere (vol.VII, 1912-1914), Boringhieri, Torino 1975, pag.93.

IL TELEVISORE: Sono invincibile.

IGI (cambiando canale): E vede negli altri ciò che a lui manca. Perciò comincia ad imitare un modello e traduce il desiderio d'essere in desiderio d'essere l'altro.

IL TELEVISORE: BBBBBBBBBBalotelliiiiiiiiiiiiii!

UFTP: “il re o il capo-tribù suscita gelosia per le sue prerogative. Ogni uomo, verosimilmente, desidera essere re. Quest'uomo suscita invidia. Infatti, perché a lui dovrebbe essere concesso quello che agli altri è proibito? Egli, dunque, risulta realmente contagioso, in quanto induce col suo esempio alla tentazione” , Sigmund Freud, Totem e tabù, Newton, Roma 1990, p.82

IL TELEVISORE: libidine! Doppia libidine! Libidine col fiocco!

IGI (cambiando canale): Il soggetto, dunque, nella sua brama d'essere altro da sé, assume le credenze, gli abiti e i desideri di colui che elegge “maestro”. Il desiderio originario – metafisico – si declina quindi nei vari desideri contingenti, veicolati dal modello, e si protende verso i singoli oggetti che dovrebbero soddisfarli. Così si crea un triangolo tra discepolo-modello-oggetto.

IL TELEVISORE: Il triangolo no / non l'avevo considerato.

IGI (cambiando canale): Il modello è il mediatore del desiderio che si oggettiva in un prodotto.

IL TELEVISORE: ...Rosebud...

IGI (cambiando canale): Ma tale prodotto, anche laddove venisse conquistato/acquistato, non potrà che lasciar deluso il soggetto perché non è in grado di conferirgli quell'essenza di cui è privo.
Quando l'oggetto raggiunto non appaga, si cerca un nuovo modello. Quando l'oggetto è invece irraggiungibile, perché appannaggio del solo modello o perché illusorio, può scatenare una crisi mimetica, che si manifesta con l'aumento della tensione nel tessuto sociale.

UFTP: “Un padre violento, geloso, che tiene per sé tutte le femmine e scaccia i suoi figli man mano che crescono, [è alla base dell'] organizzazione più primitiva di cui siamo a conoscenza. […] un giorno i fratelli scacciati si sono riuniti, hanno ucciso e mangiato il padre, ponendo fine all'orda paterna. […] il violento progenitore costituiva certamente il modello invidiato e temuto di ciascuno dei membri di questa associazione fraterna. Essi realizzavano con l'atto del pasto, la loro identificazione con lui, ciascuno si appropriava di parte della sua forza. Il banchetto totemico, che è forse la prima festa dell'umanità, sarebbe la riproduzione e come la commemorazione di questa azione memorabile e criminale che ha costituito il punto di partenza per tante cose: organizzazioni sociali, limitazioni morali, religioni” , Sigmund Freud, Totem e tabù, Newton, Roma 1990, pp.175-176.

IL TELEVISORE: … proprio come sostiene il portavoce del Pdl Capezzone.

IGI (cambiando canale): La crisi mimetica ha come uniche possibilità di sfogo la guerra – disgregazione dell'ordine sociale – o il sacrificio – mantenimento dell'identità del soggetto collettivo a scapito di un soggetto singolo che funge da capro espiatorio.

UFTP: “La trasformazione pulsionale, su cui poggia la nostra attitudine all'incivilimento, può sotto l'azione del circostanze soggiacere, transitoriamente o duraturamente, a un processo involutivo” Sigmund Freud, Considerazioni sulla guerra e la morte, Bollati Boringhieri, Torino 1971, pag. 47.

IL TELEVISORE: L'orrore, L'orrore...

IGI: Insomma, tutta la costruzione si regge in piedi grazie a una condizione di menzogna verso sé stessi che è connaturata alla coscienza e che si esplicita in una dialettica continua fra due polarità: una lucida – svelatrice della menzogna – e una opaca – che la difende.

UFTP: “Dal momento in cui abbiamo superato l'errore di supporre che il dimenticare cui siamo abituati significhi distruggere la traccia mnemonica, sia cioè un annullamento, propendiamo per l'ipotesi opposta, ossia che, una volta formatosi, nella vita psichica nulla può perire, che tutto in qualche modo si conserva e che, in circostanze opportune, attraverso ad esempio una regressione che si spinga abbastanza lontano, può nuovamente venir portato alla luce”, Sigmund Freud, Il disagio della civiltà, Boringhieri, Torino 1971, p.204.

Barcollando, in mutande, entra LO STRALUNATO POETA SIMBOLISTA (LSPS). Le sue pupille abnormi rivelano palesemente la sua condizione alterata, causata dall'assunzione di laudano. IGI spegne il televisore, scandalizzato, e rivolgendosi al pubblico fa cenno di scusarlo. Ma LSPS non gli da retta e, con tono profondo e profetico, comincia a raccontare la storia del Mucchio Selvaggio.

LSPS: Una savana desolata, sabbiosa, riarsa. Una folla incalcolabile di esseri umani delle più svariate taglie, appartenenze, epoche. Di primo acchito sembrano due squadre di rugby pronte per la mischia. Ma non ci sono schieramenti: tutti puntano indistintamente verso il centro e sono posizionati in cerchi concentrici. Bramano di superare chi sta loro innanzi. Ognuno si dibatte incastrato fra decine di arti e schiene, si arrampica su scale di ossa, sguscia attraverso un oceano di corpi. Più si avanza nei cerchi, più la lotta si fa ardua: morsi, calci, duelli. Quando infine qualcuno riesce a raggiungere l'epicentro, viene ucciso e divorato.

UFTP: E questa storia cosa sarebbe?

LSPS: Elementare: la vita. Senza laudano, s'intende.

IL TELEVISORE (accendendosi da solo per poi rispegnersi subito dopo): DUM-CHA!

IGI: Sipario!

Cala il sipario. Rumore di zoccoli, piatti rotti e gatti investiti.
QUEL GIORGIO MASTROTA MUTO, sdraiato su di un materasso anallergico, indica la scritta in sovra-impressione:







venerdì 15 novembre 2013

PLEY


Domenica 17 Novembre, h 18.00-20.00 e 22.00-00.00

Gasoline Road Bar. Cerreto Castello. Nella provincia della provincia.
Esattamente lì, esattamente in quel lasso di tempo, potrebbe accadere qualcosa di bello. Potrebbe perché dipende da chi vi parteciperà. 

Vi state chiedendo di che si tratti? Ebbene: un esperimento musicale, un concerto interattivo, una live session con quattro musicisti da suonare - quei bravi ragazzi dei #y, per intenderci. 

Vi state chiedendo come funziona? Bravi. Continuate a chiedervelo.

Vi dico solo che, chi volesse offrirsi come cavia volontaria, avrà l'opportunità di influenzare il flusso di improvvisazione attraverso parole, frasi, suggestioni. Io, il Cappellaio, farò da tramite, danzando sulla linea sottile che separa chi si esibisce da chi assiste passivamente. 

Il prodotto sarà un cinema di immagini mentali sorrette da una robusta colonna sonora condivisa. Un gioco d'interazione in cui pubblico e performer s'influenzano reciprocamente, dando vita ad un'atmosfera fatta di suoni e immaginazione.

Insomma - non si fosse capito - venite che si spacca tutto.

Il Cappellaio

mercoledì 6 novembre 2013

potpourri pourparler

Una papera si lava i denti,
poi si ferma, 
chiude lentamente il lavandino
a chiave
e si guarda allo specchio:
nello specchio c'è il mare
di notte
- una gondola
al posto della luna.
Lontano,
il rumore di una bolla 
di saliva
che esplode
nello spazio tra gl'incisivi
dell'equatore
sveglia i gatti
dai loro letti
a una piazza e mezza:
sui tetti,
in calore,
miagola il loro padrone.
Rumore di ferraglia.
Immagini confuse:
quello sembra un piede,

ma non ne sono certo.
Assi da stiro
in coda
sulla Genova-Alessandria.
Si prevedono precipitazioni
nel box doccia.
La gondola cade
e si spezza
in sillabe
sparse:
do
la
gon
galleggiano in mare
alla deriva.
Tre istrici applaudono.
Cala il sipario.
Le teste rotolano.
La papera muore
su di un tappeto 
di succo d'arancia.